martedì 16 aprile 2019

Bombardamenti di Torino


Torino, principale centro industriale (assieme a Milano) del Nord Italia, sede di vari stabilimenti industriali di primaria importanza bellica (prima tra tutti la FIAT, attiva tra l’altro nella produzione di veicoli militari, aerei da caccia e mezzi corazzati; grande importanza avevano anche le Officine Riv, produttrici di cuscinetti a sfera), divenne bersaglio dell’aviazione Alleata sin dai primi giorni di guerra, e lo fu fino alla fine del conflitto: in tutto le incursioni aeree, di ogni entità, furono 105.
I bombardamenti di questa città possono essere suddivisi in tre fasi: la prima, dall’inizio della guerra (giugno 1940) a tutto il 1941, fu caratterizzata da bombardamenti “di precisione” da parte del Bomber Command della RAF, effettuati con un ridotto numero di bombardieri (poche decine, spesso non più di una dozzina) che sganciavano le loro bombe contro obiettivi industriali. In questa fase, i danni furono modesti, e poche le vittime civili.
La seconda fase, che va dal novembre del 1942 all’agosto del 1943, vide ancora per protagonista il Bomber Command della RAF, ma con una tattica radicalmente diversa: si praticava ora l’“area bombing”, il bombardamento indiscriminato di vaste zone urbane, solitamente nel centro cittadino, allo scopo di terrorizzare la popolazione, per allontanare la manodopera dalle fabbriche (mediante lo sfollamento) e fiaccare il morale dei civili. Il numero dei bombardieri impiegati era quasi sempre superiore al centinaio, e sovente prossimo o superiore ai 200 velivoli per incursione; si fece largo uso di bombe incendiarie, allo scopo di aggravare i danni inflitti, nonché di bombe dirompenti “blockbuster” da 1814 e 3628 kg. Fu questa la fase in cui Torino subì le distruzioni più immani, specialmente nel centro storico, ed il maggior numero di vittime (792 nel solo bombardamento del 12 luglio 1943, fino ad allora il più pesante mai subito da una città italiana).
La terza ed ultima fase, dall’autunno del 1943 alla fine della guerra, vide un ritorno al bombardamento “di precisione” contro obiettivi industriali; le incursioni erano però effettuate soprattutto dall’USAAF, con impiego di aerei e bombe molto superiore a quello dispiegato dalla RAF nel 1940-1941 (solitamente, da 60-80 ad oltre 100 velivoli per volta). Ciò fece sì che l’imprecisione nello sgancio delle bombe fosse nuovamente causa di gravi distruzioni e pesanti perdite tra la popolazione civile, principalmente nei quartieri situati in prossimità degli stabilimenti industriali.
Secondo i dati del Comune di Torino, le vittime civili delle incursioni aeree furono 2069 (lo 0,3 % dei 700.000 abitanti dell’epoca), ed i feriti 2695.
Enorme il numero degli sfollati: il 1° luglio 1943 essi erano 338.000 su una popolazione di 700.000 abitanti (il 48 %), ed in agosto, dopo il tremendo bombardamento del 12 luglio, erano diventati 465.000, i due terzi della popolazione torinese.
Pressoché tutti i quartieri furono colpiti; vennero gravemente danneggiati o distrutti i maggiori stabilimenti industriali (tra gli altri, FIAT Lingotto, Lancia, SNIA Viscoso, Michelin, diverse altre imprese meccaniche e fonderie, un lanificio, una fabbrica di macchine grafiche ed altre ancora), nonché la Scuola di Guerra, la Galleria d’Arte Moderna, lo Chalet del Valentino, il Palazzo d’Igiene e la stazione di Rivoli.
Gravi i danni al patrimonio abitativo: almeno 160.000 vani furono messi completamente fuori uso. Nel quartiere del Lingotto andò distrutto il 70 % delle abitazioni, mentre il centro della città, nella zona compresa tra i corsi Regina Margherita (a nord) e Vittorio Emanuele II (a sud) e la Piazza dello Statuto (ad ovest), vide la distruzione del 58 % delle abitazioni.
Secondo un censimento svolto dal Comune di Torino, gli edifici completamente distrutti in tutta la città furono 15.925, per 42.417 vani, e quelli gravemente danneggiati e resi inabitabili furono 66.169, per 189.174 vani.
Su un totale di 217.562 abitazioni, 82.077 furono lesionate, cioè il 38 %; precisamente, il 7,32 % fu distrutto ed il 30,41 % danneggiato. Altra fonte indica invece la percentuale di abitazioni distrutte o danneggiate nel 54 %.
Vennero inoltre colpite 10.424 attività commerciali su 29.016, e 1018 attività industriali.
Non scampò allo scempio neanche il patrimonio artistico e monumentale. Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano e la Basilica di Superga, così come il basamento della statua di Emanuele Filiberto, riportarono danni contenuti; Palazzo Martini Cigala e Palazzo Valletta, al contrario, furono gravemente danneggiati. Ancor più gravi furono le distruzioni subite dai palazzi che si affacciavano su Piazza San Carlo, opera del Castellamonte: i loro sfarzosi interni, che rivaleggiavano con quelli della reggia di Versailles, andarono irrimediabilmente perduti. Stessa sorte toccò al palazzo dell’Accademia Filarmonica.
Vennero pesantemente danneggiate le chiese della Consolata (distruzione di un lato, ricostruito nel dopoguerra), del Carmine (parziali distruzioni della facciata e delle pareti perimetrali), dei Cappuccini, di Santa Teresa, di San Lorenzo, di San Domenico (XIV secolo), dello Spirito Santo, di Santa Croce, dei Santi Martiri, della Trinità e del Corpus Domini.
Furono incendiati, scoperchiati, o distrutti Palazzo Balbo-Bertone, rinascimentale, l’Albergo Corona Grossa (XV secolo), Palazzo D’Agliano, Palazzo Chiablese, il Palazzo dell’Università, quello della Prefettura, la villa della Regina, il Palazzo dell’Ospedale di San Luigi, il Palazzo del Seminario, Palazzo Thaon di Revel e vari palazzi di pregio di Via Po. Subì danni anche il palazzo dell’Accademia delle Scienze, ma le collezioni ivi ospitate erano già state da tempo trasportate in luogo sicuro, così salvandole dalla distruzione.
La Mole Antonelliana, simbolo di Torino, fu relativamente fortunata: il 12 luglio 1943 fu colpita con conseguente incendio nella galleria degli archi parabolici; nella notte del 16-17 agosto 1943 una bomba incendiaria attraversò la cupola senza provocare danni di particolare gravità. Nel dicembre 1942 e nell’agosto 1943 si verificarono inoltre danni ai serramenti e lo spostamento di alcune lastre del tetto, causati dallo spostamento d’aria provocato da esplosioni di bombe. Nel complesso, i danni subiti dalla Mole furono piuttosto lievi.


CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI INCURSIONI AEREE.


DATA
N° BOMBARDIERI
TONNELLATE DI BOMBE
OBIETTIVO
VITTIME CIVILI
11 giugno 1940
9 (RAF)
?
Stabilimento Fiat Mirafiori
17
13 agosto 1940
12 (RAF)
?
Stabilimento Fiat Mirafiori
0
26 agosto 1940
11 (RAF)
?
Stabilimento Fiat
0
5 settembre 1940
? (RAF)
?
Stabilimento Fiat Lingotto
0
19 ottobre 1940
? (RAF)
?
?
0
8 novembre 1940
? (RAF)
?
Stabilimento Fiat Mirafiori
1
23 novembre 1940
? (RAF)
?
Stabilimento Fiat Mirafiori
0
26 novembre 1940
? (RAF)
?
?
1
4 dicembre 1940
? (RAF)
?
?
1
11 gennaio 1941
? (RAF)
?
?
3
12 gennaio 1941
? (RAF)
?
Stabilimento Fiat
1
10 settembre 1941
? (RAF)
75
?
2
22 ottobre 1942
? (RAF)
?
?
0
23 ottobre 1942
? (RAF)
?
(Aerei diretti contro Genova)
2
18 novembre 1942
71 (RAF)
121
Area bombing, arsenale, FIAT
42
20 novembre 1942
198 (RAF)
211
Area bombing, FIAT
117
24 novembre 1942
? (RAF)
6
?
?
28 novembre 1942
194 (RAF)
371
Area bombing, FIAT
67
29 novembre 1942
18 (RAF)
28
Area bombing, FIAT
16
8 dicembre 1942
118 (RAF)
270
Area bombing
212
9 dicembre 1942
196 (RAF)
393
Area bombing
73
11 dicembre 1942
28 (RAF)
55
Area bombing
0
4 febbraio 1943
156 (RAF)
354
Area bombing
29
13 aprile 1943
? (RAF)
3
?
?
12 luglio 1943
264 (RAF)
763
Area bombing
792
7 agosto 1943
74 (RAF)
191
Area bombing
20
12 agosto 1943
142 (RAF)
240
Area bombing
18
16 agosto 1943
133 (RAF)
208
Area bombing
5
8 novembre 1943
81 (USAAF)
?
Officine Riv, scalo ferroviario
202
24 novembre 1943
6 (RAF)
?
Officine Riv
0
1° dicembre 1943
118 (USAAF)
?
Officine Riv, scalo ferroviario, Fiat Lingotto
101
3 gennaio 1944
60 (USAAF)
?
Officine Riv, scalo ferroviario, Fiat Lingotto
16
29 marzo 1944
100 (USAAF)
?
Scalo ferroviario, Fiat Lingotto
10
25 aprile 1944
? (USAAF)
?
Fiat Aeronautica, Ferriere e Fonderie
37
4 giugno 1944
100 (USAAF)
?
Scalo ferroviario, Fiat Lingotto
54 o 95
22 giugno 1944
? (USAAF)
?
Fiat Mirafiori
2
24 luglio 1944
? (USAAF)
?
Riv Orbassano, Fiat Spa, Materferro
122
24 agosto 1944
?
?
?
2
28 agosto 1944
?
?
?
1
27 dicembre 1944
?
?
?
2
4 gennaio 1945
?
?
?
0
5 aprile 1945
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
70

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