A differenza di altre
città siciliane, Agrigento non fu sostanzialmente toccata dagli aerei Alleati
per ben tre anni dopo l’entrata in guerra. La ragione di questo trattamento
risiede probabilmente nel fatto che Agrigento non aveva nessun obiettivo
militare di rilevante importanza nella guerra del Mediterraneo: né un porto o
base navale, né una base aerea, il tipo di obiettivi che invece attirò gli
aerei Alleati su città come Palermo, Catania, Trapani o Messina sin dal
1940-1941.
Tutto cambiò nei giorni
dello sbarco in Sicilia: l’intera isola finì sotto la violenta offensiva aerea
angloamericana, che colpì tutti gli obiettivi che potessero essere di una
qualche importanza per le forze italo-tedesche, a partire dalle linee di
comunicazione. La stazione ferroviaria di Agrigento divenne così un obiettivo
appetibile per i bombardieri Alleati: il 12 luglio 1943, due giorni dopo lo
sbarco, 58 bombardieri statunitensi scaricarono i loro ordigni contro di essa.
Come tante altre volte, il bombardamento fu ben poco preciso, e molte bombe
finirono invece sulla città, seminando morte e distruzione. Già alcuni attacchi
aerei meno pesanti l’avevano colpita nei giorni precedenti; il 14 luglio la
città venne bombardata anche dal mare, dagli incrociatori Brooklyn e Birmingham.
I bombardamenti cessarono
il 16 luglio, quando la città si arrese agli Alleati.
Le vittime civili
provocate dai bombardamenti di Agrigento furono, secondo la stima più
verosimile, 196. L’incursione di gran lunga peggiore, quella del 12 luglio, causò
182 vittime civili, anche se da alcune parti si parla anche di 340 vittime quel
solo giorno.
Gravi anche i danni
materiali: un terzo degli edifici risultò distrutto o gravemente danneggiato,
secondo la II Appendice all’Enciclopedia Treccani del 1948. Subì gravi danni la
chiesa barocca di San Francesco (o Basilica dell’Immacolata), risalente al 1788
(andarono completamente ed irrimediabilmente distrutti gli affreschi
settecenteschi del pittore Domenico Provenzani, che decoravano la volta), e fu
parzialmente distrutto il Museo di Storia Naturale. Furono invece modesti i
danni subiti dall’ex monastero medioevale di Santo Spirito e dalla cattedrale
di San Gerlando, che necessitarono più che altro di opere di consolidamento.
Negli anni ’60, ancora
restavano edifici da ricostruire; i bambini giocavano ancora nei crateri
lasciati dalle bombe. La ricostruzione, che diede via libera alla speculazione
edilizia, deturpò vaste zone della città.
DATA
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N° BOMBARDIERI
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TONNELLATE DI BOMBE
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OBIETTIVO
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VITTIME CIVILI
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8 luglio 1943
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10 luglio 1943
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12 luglio 1943
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58 (USAAF)
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Scalo ferroviario
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182
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