martedì 16 aprile 2019

Bombardamenti di Agrigento


A differenza di altre città siciliane, Agrigento non fu sostanzialmente toccata dagli aerei Alleati per ben tre anni dopo l’entrata in guerra. La ragione di questo trattamento risiede probabilmente nel fatto che Agrigento non aveva nessun obiettivo militare di rilevante importanza nella guerra del Mediterraneo: né un porto o base navale, né una base aerea, il tipo di obiettivi che invece attirò gli aerei Alleati su città come Palermo, Catania, Trapani o Messina sin dal 1940-1941.
Tutto cambiò nei giorni dello sbarco in Sicilia: l’intera isola finì sotto la violenta offensiva aerea angloamericana, che colpì tutti gli obiettivi che potessero essere di una qualche importanza per le forze italo-tedesche, a partire dalle linee di comunicazione. La stazione ferroviaria di Agrigento divenne così un obiettivo appetibile per i bombardieri Alleati: il 12 luglio 1943, due giorni dopo lo sbarco, 58 bombardieri statunitensi scaricarono i loro ordigni contro di essa. Come tante altre volte, il bombardamento fu ben poco preciso, e molte bombe finirono invece sulla città, seminando morte e distruzione. Già alcuni attacchi aerei meno pesanti l’avevano colpita nei giorni precedenti; il 14 luglio la città venne bombardata anche dal mare, dagli incrociatori Brooklyn e Birmingham.
I bombardamenti cessarono il 16 luglio, quando la città si arrese agli Alleati.
Le vittime civili provocate dai bombardamenti di Agrigento furono, secondo la stima più verosimile, 196. L’incursione di gran lunga peggiore, quella del 12 luglio, causò 182 vittime civili, anche se da alcune parti si parla anche di 340 vittime quel solo giorno.
Gravi anche i danni materiali: un terzo degli edifici risultò distrutto o gravemente danneggiato, secondo la II Appendice all’Enciclopedia Treccani del 1948. Subì gravi danni la chiesa barocca di San Francesco (o Basilica dell’Immacolata), risalente al 1788 (andarono completamente ed irrimediabilmente distrutti gli affreschi settecenteschi del pittore Domenico Provenzani, che decoravano la volta), e fu parzialmente distrutto il Museo di Storia Naturale. Furono invece modesti i danni subiti dall’ex monastero medioevale di Santo Spirito e dalla cattedrale di San Gerlando, che necessitarono più che altro di opere di consolidamento.
Negli anni ’60, ancora restavano edifici da ricostruire; i bambini giocavano ancora nei crateri lasciati dalle bombe. La ricostruzione, che diede via libera alla speculazione edilizia, deturpò vaste zone della città.

DATA
N° BOMBARDIERI
TONNELLATE DI BOMBE
OBIETTIVO
VITTIME CIVILI
8 luglio 1943
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10 luglio 1943
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12 luglio 1943
58 (USAAF)
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Scalo ferroviario
182

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