Brescia, risparmiata dalle
incursioni aeree fino alla fine del 1943, venne fatta oggetto di ripetuti e
pesanti bombardamenti nel 1944 e 1945. Obiettivo di queste incursioni era in
primo luogo lo scalo ferroviario; in secondo luogo, lo stabilimento Breda,
dov’era stata decentrata parte della produzione dello stabilimento di Milano.
In totale la città ebbe a subire 77 attacchi aerei, contando nel totale anche
le incursioni minori di caccia e cacciabombardieri; dopo Milano, fu la seconda
città più colpita della Lombardia.
Le vittime civili tra la
popolazione di Brescia furono 430: i loro nomi sono elencati dalla Spirale
della Memoria, monumento inaugurato nel 2011. Le vittime civili delle
incursioni aeree nel resto della provincia furono 872.
La pianificazione per la
costruzione di rifugi antiaerei era iniziata già con la Guerra d’Etiopia, ma
ancora nel dicembre 1940 questi potevano ospitare appena il un quinto degli
abitanti della città, e secondo valutazioni assai ottimistiche: due persone per
metro quadro nei rifugi sotterranei, tre per metro quadro nei rifugi
“all’aperto”, buche scavate nei giardini pubblici, che si rivelarono in realtà
non solo inutili ma anche pericolosi. Alla fine, la cittadinanza venne
indirizzata ai rifugi dei maggiori stabilimenti industriali presenti in città.
I pochi cannoni contraerei posizionati sulle colline a nord di Brescia, per
giunta, vennero rimossi nell’inverno del 1943, lasciando la città del tutto
indifesa.
I danni materiali furono
ingenti, tanto da comportare l’inserimento di Brescia nella lista delle città
gravemente sinistrate: 135 edifici, per totali 2115 vani, interamente rasi al
suolo; 615 edifici gravemente danneggiati, con 3057 locali distrutti, 6820
gravemente danneggiati e 4154 lievemente danneggiati, e 1336 edifici (19.056
vani) lievemente danneggiati. In tutto si ebbero 2086 edifici sinistrati e
35.198 vani distrutti o danneggiati, cioè il 35,2 % del totale; secondo
l’Appendice II all’Enciclopedia Treccani del 1948, i vani devastati o
gravemente colpiti furono il 15 %. (Il bollettino di guerra successivo al
bombardamento del 2 marzo 1945, tuttavia, parlava di “case distrutte n. 500,
case gravemente danneggiate n. 1500, case leggermente danneggiate n. 2500” in
quella sola incursione).
Ebbero la casa distrutta o
danneggiata 28.000 bresciani (7000 famiglie) dei 123.332 abitanti di Brescia
risultanti dal censimento del 1936. Entro il 1948, già 30.000 vani erano stati
riparati o ricostruiti; ma ancora nel 1951, 3124 persone vivevano in grotte,
baracche, cantine.
I danni al patrimonio
comunale (escludendo i beni mobiliari e gli impianti industriali dell’azienda
servizi municipalizzati) ammontarono a 250.000.000 di lire. Completamente
distrutte due scuole ed un asilo, sinistrate cinque altre scuole.
Danni rilevanti subì il
patrimonio artistico: la cinquecentesca chiesa di Sant’Afra (oggi chiamata di Sant’Angela
Merici) venne completamente distrutta (fu ricostruita nel dopoguerra); la
chiesa di Santa Maria dei Miracoli (XV-XVI secolo) fu anch’essa semidistrutta
(ne rimase solo la facciata) e successivamente ricostruita; la chiesa di San
Carlo, risalente al 1616, subì la distruzione della volta. Bruciò la cupola del
Duomo Nuovo, costruito in stile tardo barocco tra il 1604 ed il 1825;
semidistrutte anche le chiese di San Francesco d’Assisi e di San Francesco di
Paola. Fu colpita anche la settecentesca Biblioteca Queriniana, che perse
migliaia di volumi. Il palazzo medievale del Broletto (XIII-XV secolo) venne
colpito il 13 luglio 1944, con la distruzione di diversi affreschi di Lattanzio
Gambara che ne ornavano la loggia. Gravemente danneggiati anche il palazzo
Martinengo di Padernello, risalente al XVIII secolo, il Palazzo Salvadego,
Palazzo Provaglio, Palazzo Averoldi, Palazzo San Marco, Palazzo Martinengo
Villagana, Palazzo Averoldi, Palazzo Fé d’Ostiani, Palazzo Luomi, Palazzo
Calzaveglia, Palazzo Martinengo della Mottella, Palazzo Martinengo Palatino,
Palazzo Fenaroli, Palazzo Pollini, Palazzo Provaglio, Palazzo Avogadro del
Giglio e le cinquecentesche Case del Gambero (fu semidistrutto anche il vicino
ed antichissimo Alberto del Gambero, nei cui sotterranei rimase sepolto un
centinaio di persone che vi avevano cercato rifugio). Vennero colpiti anche il
cimitero monumentale del Vantiniano e le chiese di Santa Maria in Silva, di San
Marco (che fu scoperchiata), di Sant’Agata.
CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI INCURSIONI AEREE.
DATA
|
N° BOMBARDIERI
|
TONNELLATE DI BOMBE
|
OBIETTIVO
|
VITTIME CIVILI
|
14 febbraio 1944
|
17 (USAAF)
|
? (185 bombe)
|
Scalo ferroviario
|
26
|
12 luglio 1944
|
31 (RAF)
|
62,25
|
Scalo ferroviario
|
3
|
13 luglio 1944
|
126 (USAAF)
|
129,5
|
Scalo ferroviario
|
195
|
17 settembre 1944
|
93 (RAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
23
|
24 febbraio 1945
|
74 (RAF)
|
? (ca. 800 bombe)
|
Scalo ferroviario
|
28
|
28 febbraio 1945
|
? (USAAF)
|
? (ca. 40 bombe)
|
Scalo ferroviario
|
0
|
2 marzo 1945
|
74 (RAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
80
|
5 aprile 1945
|
79 (RAF)
|
? (ca. 400 bombe)
|
Scalo ferroviario
|
4
|
5 aprile 1945
|
Ca. 120 (USAAF)
|
? (ca. 800 bombe)
|
Scalo ferroviario
|
?
|
6 aprile 1945
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario, stabilimento Breda
|
7
|
8 aprile 1945
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
5
|
25 aprile 1945
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
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