Bari, uno dei principali
porti della Puglia (da qui partiva gran parte dei convogli con truppe e rifornimenti
per le truppe dislocate in Albania e Grecia) nonché sede di una base aerea,
venne bombardata diverse volte dall’aviazione prima britannica (nel novembre
1940, durante l’attacco alla Grecia) e poi statunitense (nel corso del 1943),
ma i danni e le perdite umane furono relativamente contenuti, rispetto a molte
altre città. Non è stato qui possibile trovare una cifra completa dei civili
deceduti in quel periodo, ma essa fu probabilmente inferiore a qualche decina
di persone.
Dopo l’arrivo degli
Alleati, Bari, al pari di altre città specie nell’Italia meridionale, venne
bombardata anche dalla Luftwaffe, con il tristemente famoso il bombardamento
del 2 dicembre 1943, che fu di gran lunga più dannoso di tutti gli attacchi
Alleati dei tre mesi precedenti. 88 bombardieri Junkers Ju 88, su 105
inizialmente decollati, attaccarono il porto della città, affollato da navi
Alleate cariche di rifornimenti per l’VIII Armata britannica. L’incursione fu
eccezionalmente efficace, affondando 23 navi mercantili (7 italiane, 5
statunitensi, 3 norvegesi, 3 britanniche, 2 canadesi, 2 polacche, 1 francese) e
danneggiandone altre 11 (3 britanniche, 3 statunitensi, 1 italiana, 1 olandese,
1 norvegese, 1 lettone). Le esplosioni delle bombe e quelle delle navi, molte
delle quali cariche di carburante e munizioni, devastarono l’area portuale, che
necessitò di due mesi per tornare in piena efficienza. L’aspetto più famoso del
bombardamento tedesco di Bari è però la distruzione della nave Liberty
statunitense John Harvey, carica di 2000 bombe all’iprite, un gas urticante i
cui effetti colpirono centinaia di uomini; le autorità Alleate tacquero della
presenza di iprite su una delle navi colpite (per evitare che potessero saperlo
i tedeschi), così gli effetti dell’esposizione all’iprite furono inizialmente
classificati come “dermatite non identificata” e non vennero curati in modo
adeguato, il che avrebbe potuto salvare molte vite. Dei 617 soggetti ricoverati
negli ospedali militari con sintomi di contaminazione, 83 erano deceduti entro al
fine del mese, mentre altre stime, più recenti, parlano di 683 contaminati di
cui 161 morirono; più difficile determinare il numero complessivo delle vittime
civili e militari, per il bombardamento o per l’iprite. Secondo lo storico e
giornalista Rick Atkinson, i morti furono un migliaio di militari ed
altrettanti civili, ma sembra un numero eccessivo; dall’Archivio Storico di
Bari (fondo Comune di Bari, III deposito, Postunitario, busta 1405, fascicolo 1)
risultano elencate 237 vittime, tra civili e militari (elenco redatto dalla
municipalizzata adibita alle onoranze funebri), ma probabilmente tale elenco
non comprende tutte o gran parte delle vittime tra gli equipaggi delle navi
mercantili Alleate affondate nel porto, in quanto queste non furono certamente
meno di 350.
Altre fonti parlano di un
migliaio di vittime in tutto, tra cui circa 250 civili. Una relazione del Genio
Civile datata 15 dicembre 1943 riportava che 181 salme erano state estratte
dalle macerie degli edifici distrutti, 110 delle quali in una sola via dove
nove edifici erano stati distrutti; la relazione finale della Prefettura parlò
di 243 vittime civili sicuramente identificate, ma è probabile che vi furono
anche dei dispersi (senza poi considerare i morti per l’iprite).
I danni materiali subiti
dall’abitato di Bari nel corso della guerra (ai quali contribuirono non solo
gli attacchi aerei ma anche l’accidentale esplosione, il 9 aprile 1945, di
un’altra Liberty, la Charles Henderson, carica di 1000 tonnellate di bombe),
secondo l’appendice del 1948 dell’Enciclopedia Treccani, furono relativamente
contenuti, visto che le incursioni Alleate furono di scarsa intensità e quella
tedesca, più pesante, fu la più dannosa (non solo per le bombe, ma anche per le
onde d’urto generate dalle esplosioni di diverse navi, che provocarono diversi
crolli specie nel centro storico). Riportarono gravissimi danni i moli, i
magazzini e le altre attrezzature portuali, e furono distrutte o danneggiate
numerose case soprattutto a Bari vecchia e nelle zone circostanti il porto. In
tutto 500 vani furono distrutti per cause belliche, e circa 6000 danneggiati.
CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI INCURSIONI AEREE.
DATA
|
N° BOMBARDIERI
|
TONNELLATE DI BOMBE
|
OBIETTIVO
|
VITTIME CIVILI
|
16 novembre 1940
|
? (RAF)
|
?
|
Porto
|
1
|
20 novembre 1940
|
? (RAF)
|
?
|
Porto
|
?
|
22 novembre 1940
|
10 (RAF)
|
?
|
Porto
|
1
|
26 aprile 1943
|
62 (USAAF)
|
?
|
Aeroporto
|
2
|
25 giugno 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Raffineria
|
?
|
16 luglio 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
23 agosto 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario e zona industriale
|
9
|
25 agosto 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
7 settembre 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
2 dicembre 1943
|
88 (Luftwaffe)
|
?
|
Porto
|
243+
|
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