martedì 16 aprile 2019

Bombardamenti di Terni


Terni subì un totale di 57 incursioni aeree di varia entità tra l’11 agosto 1943, data del primo bombardamento, ed il 6 giugno 1944, data della liberazione. Obiettivi principali di tali attacchi erano gli importanti scali ferroviari, le grandi acciaierie e più in generale gli stabilimenti industriali della città, ma l’imprecisione dei bombardamenti provocò gravi danni anche al resto della città, specialmente nel tragico bombardamento dell’11 agosto 1943, il primo, che causò più della metà delle vittime civili patite da Terni per incursioni aeree: in quell’occasione, anzi, lo scalo ferroviario (l’obiettivo) fu quasi completamente mancato, e le bombe caddero su tutta la città, provocando una strage (anche perché il bombardamento colse la popolazione impreparata, visto che la città non era mai stata bombardata in precedenza).
In tutto, le vittime accertate dei bombardamenti tra la popolazione civile di Terni furono 1077 (l’1,4 % dei circa 75.000 abitanti della città): i loro nomi sono oggi ricordati da sette lastre metalliche esposte in Piazza San Francesco.
Gli sfollati, dopo il terribile bombardamento dell’11 agosto 1943, furono circa 45.000, oltre la metà della popolazione totale e più dei due terzi di quella residente nel centro, tanto che il prefetto Antonio Antonucci commentò sconsolato nella sua relazione al Ministero dell’Interno: «La città del lavoro, conosciuta ovunque per la operosità tenace ed insonne dei suoi operai, è ora divenuta una città morta».
Le aree più colpite furono, ovviamente, la zona della ferrovia e la zona industriale tra i fiumi Nera e Serra, ma anche i quartieri urbani di Santa Caterina, San Tommaso, Sant’Agnese e Ponte Romano e la zona dell’Ospedale Cesare Battisti.
Secondo la II Appendice all’Enciclopedia Italiana (Treccani) del 1948, il 12,6 % delle abitazioni di Terni fu completamente distrutto (nel 1948, i due terzi di esse dovevano ancora essere ricostruiti), ed il 26,8 % venne danneggiato.
Nella citata relazione del prefetto Antonucci, invece, si calcolava che, su un totale di 2500 abitazioni che componevano il centro abitato, circa 1200 (il 48 %) fossero state distrutte o danneggiate dopo la sola incursione dell’agosto 1943. Secondo altre fonti, di provenienza ignota, solo il 17 % degli edifici rimase indenne.
Andò distrutto anche l’ospedale civile, così come diversi stabilimenti industriali (tra i quali il poligrafico Alterocca e l’officina Bosco) nonché lo scalo ferroviario, obiettivo dei bombardamenti. Due centrali idroelettriche furono distrutte, ed altre due vennero gravemente danneggiate.
Nemmeno il patrimonio artistico uscì indenne; tra le altre, venne danneggiata la chiesa di San Lorenzo (XIII-XVII secolo) e furono distrutte la seicentesca chiesa di Sant’Andrea (mai ricostruita: le sue rovine sono visibili ancor oggi) e la ben più moderna chiesa di Sant’Antonio da Padova, ricostruita nel dopoguerra. Gravemente danneggiata anche la chiesa di San Francesco, del XIII-XV secolo. Andò perduta per sempre anche l’antica torre civica situata in Piazza della Repubblica.


CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI INCURSIONI AEREE.

DATA
N° BOMBARDIERI
TONNELLATE DI BOMBE
OBIETTIVO
VITTIME CIVILI
11 agosto 1943
44 o 72 (USAAF)
213
Scalo ferroviario
564
28 agosto 1943
76 (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
14 ottobre 1943
34 (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
9 dicembre 1943
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario, zona industriale
?
19 dicembre 1943
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
2 gennaio 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario, acciaierie
?
16 gennaio 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario, acciaierie
?
17 gennaio 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
18 gennaio 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
22 gennaio 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
5 febbraio 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
14 marzo 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
20 marzo 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
10 marzo 1944
? (USAAF)
?
Scali ferroviari Tiburtino e Littorio
200
14 marzo 1944
91 (USAAF)
?
Scalo ferroviario Prenestino
150
18 marzo 1944
? (USAAF)
?
?
100

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