Pescara subì numerosi
bombardamenti tra l’agosto 1943 ed il marzo 1945, aventi per obiettivo il suo
scalo ferroviario, importante punto di transito per i rifornimenti diretti
verso sud; alla fine della guerra risultò una delle città più distrutte
d’Italia.
I bombardamenti di gran
lunga peggiori furono i primi due, il 31 agosto ed il 14 settembre 1943: nel
primo caso i bombardieri statunitensi, che avrebbero dovuto colpire la stazione
ferroviaria, sganciarono con grossolana imprecisione e le bombe caddero
dovunque (quasi tutte a sinistra del fiume Pescara, in una delle zone più
densamente popolate di Pescara) tranne che sulla stazione, provocando ovunque
distruzioni ed un elevatissimo numero di vittime. Nel secondo, la mira risultò
più precisa e gran parte delle bombe colpì proprio la stazione, come previsto,
ma, essendo questa affollata di viaggiatori, ne risultò una nuova strage.
Difficile stimare con
esattezza il numero delle vittime civili, a causa dei numeri molto discordanti
forniti riguardo il bilancio dei primi due bombardamenti, i più sanguinosi. A
seconda delle fonti, il bilancio sarebbe compreso tra le 2200 e le 4900 vittime
civili (cioè tra il 4 % e il 9 % di una popolazione che assommava a circa 54.000
abitanti); qui si ritiene più verosimile la prima delle due stime (2000-3000
morti). Fonti locali parlano anche di 6000 vittime, ma tale numero sembra
esagerato.
Immani furono anche i
danni materiali, con il 41 % del patrimonio edilizio distrutto o gravemente
danneggiato, ed il 36,86 % danneggiato in modo lieve. Secondo un rapporto del
Genio Civile, 1265 edifici furono distrutti, 1335 gravemente danneggiati e 2150
leggermente danneggiati, per un totale del 78 % di edifici distrutti o
lesionati. I senzatetto furono 12.000, il 22 % della popolazione.
La parte di città situata
a nord del fiume Pescara fu pressoché rasa al suolo; la maggior parte della
popolazione abbandonò in massa la città dopo i primi due bombardamenti (molti
si rifugiarono a Chieti, città aperta), al punto che le incursioni successive
causarono poche vittime proprio perché la città era semideserta. Già dopo il
primo bombardamento 20.000 persone lasciarono Pescara; dopo il secondo, i
quattro quinti dei pescaresi fuggirono dalla città, al pari degli uffici
comunali. Nel febbraio 1944, poi, il comando tedesco dispose l’evacuazione di
Pescara, che divenne una città fantasma.
Andarono distrutti
numerosi edifici pubblici, tra cui la questura, la prefettura e le poste, e
subì danni molto gravi tutta la zona centrale tra via Nicola Fabrizi e corso
Vittorio Emanuele (odierno corso Italia) e tra via Ancona e viale Garibaldi. Fu
naturalmente distrutta la stazione ferroviaria, obiettivo dei bombardamenti, al
pari di numerosi edifici industriali che si trovavano nelle sue vicinanze. Furono
distrutte le chiese di San Giacomo e del Rosario; andarono irrimediabilmente
perduti molti edifici storici, come la vecchia sede del municipio e diverse
costruzioni in stile liberty.
DATA
|
N° BOMBARDIERI
|
TONNELLATE DI BOMBE
|
OBIETTIVO
|
VITTIME CIVILI
|
31 agosto 1943
|
45 (USAAF)
|
85
|
Scalo ferroviario
|
600-1900
|
14 settembre 1943
|
37 (USAAF)
|
71
|
Scalo ferroviario
|
600-2000
|
17 settembre 1943
|
40 (USAAF)
|
80
|
Scalo ferroviario
|
?
|
18 settembre 1943
|
35 (USAAF)
|
21
|
Scalo ferroviario
|
?
|
20 settembre 1943
|
? (USAAF)
|
20
|
Scalo ferroviario
|
?
|
4 ottobre 1943
|
12
|
?
|
?
|
16
|
7 dicembre 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
8 dicembre 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
14 maggio 1944
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
22 febbraio 1945
|
69 (RAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
24 febbraio 1945
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
2 marzo 1945
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
12 marzo 1945
|
69 (RAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
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