martedì 16 aprile 2019

Bombardamenti di Pescara


Pescara subì numerosi bombardamenti tra l’agosto 1943 ed il marzo 1945, aventi per obiettivo il suo scalo ferroviario, importante punto di transito per i rifornimenti diretti verso sud; alla fine della guerra risultò una delle città più distrutte d’Italia.
I bombardamenti di gran lunga peggiori furono i primi due, il 31 agosto ed il 14 settembre 1943: nel primo caso i bombardieri statunitensi, che avrebbero dovuto colpire la stazione ferroviaria, sganciarono con grossolana imprecisione e le bombe caddero dovunque (quasi tutte a sinistra del fiume Pescara, in una delle zone più densamente popolate di Pescara) tranne che sulla stazione, provocando ovunque distruzioni ed un elevatissimo numero di vittime. Nel secondo, la mira risultò più precisa e gran parte delle bombe colpì proprio la stazione, come previsto, ma, essendo questa affollata di viaggiatori, ne risultò una nuova strage.
Difficile stimare con esattezza il numero delle vittime civili, a causa dei numeri molto discordanti forniti riguardo il bilancio dei primi due bombardamenti, i più sanguinosi. A seconda delle fonti, il bilancio sarebbe compreso tra le 2200 e le 4900 vittime civili (cioè tra il 4 % e il 9 % di una popolazione che assommava a circa 54.000 abitanti); qui si ritiene più verosimile la prima delle due stime (2000-3000 morti). Fonti locali parlano anche di 6000 vittime, ma tale numero sembra esagerato.
Immani furono anche i danni materiali, con il 41 % del patrimonio edilizio distrutto o gravemente danneggiato, ed il 36,86 % danneggiato in modo lieve. Secondo un rapporto del Genio Civile, 1265 edifici furono distrutti, 1335 gravemente danneggiati e 2150 leggermente danneggiati, per un totale del 78 % di edifici distrutti o lesionati. I senzatetto furono 12.000, il 22 % della popolazione.
La parte di città situata a nord del fiume Pescara fu pressoché rasa al suolo; la maggior parte della popolazione abbandonò in massa la città dopo i primi due bombardamenti (molti si rifugiarono a Chieti, città aperta), al punto che le incursioni successive causarono poche vittime proprio perché la città era semideserta. Già dopo il primo bombardamento 20.000 persone lasciarono Pescara; dopo il secondo, i quattro quinti dei pescaresi fuggirono dalla città, al pari degli uffici comunali. Nel febbraio 1944, poi, il comando tedesco dispose l’evacuazione di Pescara, che divenne una città fantasma.
Andarono distrutti numerosi edifici pubblici, tra cui la questura, la prefettura e le poste, e subì danni molto gravi tutta la zona centrale tra via Nicola Fabrizi e corso Vittorio Emanuele (odierno corso Italia) e tra via Ancona e viale Garibaldi. Fu naturalmente distrutta la stazione ferroviaria, obiettivo dei bombardamenti, al pari di numerosi edifici industriali che si trovavano nelle sue vicinanze. Furono distrutte le chiese di San Giacomo e del Rosario; andarono irrimediabilmente perduti molti edifici storici, come la vecchia sede del municipio e diverse costruzioni in stile liberty.



DATA
N° BOMBARDIERI
TONNELLATE DI BOMBE
OBIETTIVO
VITTIME CIVILI
31 agosto 1943
45 (USAAF)
85
Scalo ferroviario
600-1900
14 settembre 1943
37 (USAAF)
71
Scalo ferroviario
600-2000
17 settembre 1943
40 (USAAF)
80
Scalo ferroviario
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18 settembre 1943
35 (USAAF)
21
Scalo ferroviario
?
20 settembre 1943
? (USAAF)
20
Scalo ferroviario
?
4 ottobre 1943
12
?
?
16
7 dicembre 1943
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
8 dicembre 1943
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
14 maggio 1944
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
22 febbraio 1945
69 (RAF)
?
Scalo ferroviario
?
24 febbraio 1945
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
2 marzo 1945
? (USAAF)
?
Scalo ferroviario
?
12 marzo 1945
69 (RAF)
?
Scalo ferroviario
?

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