Roma, per la sua
ubicazione nell’Italia centrale, si trovò al di fuori della portata dei
bombardieri Alleati – sia quelli di base a Malta a sud, sia quelli di base nel
Regno Unito a nord – fino alla primavera del 1943.
Per questo, la città visse
sonni relativamente tranquilli per i primi tre anni di guerra.
Non solo la distanza dalle
basi, peraltro, giocava in suo favore: sin dall’inizio del conflitto, per via
dell’enorme importanza storica ed artistica della millenaria città, con i suoi
monumenti romani e le grandi basiliche cristiane (per non parlare della
presenza del Vaticano, sede del Papa nonché Stato neutrale), Roma era stata
inserita (assieme a Firenze, Venezia, Fiesole e Torcello) nella categoria delle
città che non andavano in alcuna circostanza bombardate senza l’autorizzazione
del Quartier Generale del MAAF (Mediterranean Allied Air Forces), ossia del
comando in capo delle forze aeree angloamericane nel Mediterraneo.
La stessa popolazione
romana confidava nella “protezione” comportata dall’importanza storica,
artistica e religiosa della città; tale era la fiducia nella sicurezza di Roma,
che nei mesi precedenti l’estate del 1943 vi affluirono innumerevoli profughi
di altre città già bombardate da tempo, come Napoli (e molti profughi
napoletani furono poi tra le vittime dei bombardamenti di Roma).
Nell’estate del 1943,
però, la situazione cambiò: andò rafforzandosi, nei comandi superiori Alleati,
l’idea dell’opportunità di bombardare la città, sia per distruggere gli snodi
ferroviari di San Lorenzo e del Littorio, tra i più importanti del Centro
Italia (la loro distruzione avrebbe inflitto un durissimo colpo ai collegamenti
tra il Nord ed il Sud Italia), sia per colpire il morale della popolazione e
mandare un “messaggio” al governo italiano, indebolendo il (già fievole)
supporto di Mussolini e spingendo l’Italia verso la resa.
Per evitare gravissime
ripercussioni sull’opinione pubblica interna (gran parte del popolo
statunitense, ad esempio, era cattolico) ed internazionale (dei Paesi
neutrali), gli equipaggi dei bombardieri furono specificamente istruiti
affinché il Vaticano ed il centro storico venissero accuratamente evitati dalle
bombe. Non ci fu lo stesso riguardo per gli affollati quartieri popolari che
circondavano lo scalo di San Lorenzo: immani furono, qui, le distruzioni e le
perdite umane causate dalle bombe.
Dopo il bombardamento del
19 luglio 1943, il più violento mai subito fino a quel momento da una città
italiana, sia per il numero di aerei (523) che per il quantitativo di bombe
sganciate (1168 tonnellate) ed anche per il numero delle vittime civili
(compreso, a seconda delle stime, tra le 1600 e le 3200), ne seguirono molti
altri (dei quali il peggiore fu quello del 13 agosto 1943, secondo solo a
quello del 19 luglio, ed avente anch’esso la finalità di colpire il morale
oltre agli obiettivi ferroviari), fino a poco prima della liberazione di Roma
nel giugno 1944.
Le perdite tra la
popolazione civile furono tra le più elevate patite da una città italiana: non
meno di 3000 morti (lo 0,2 % di una popolazione che all’epoca contava circa
1.500.000 abitanti) secondo le stime più “ottimistiche”, mentre altre stime – sempre
restando entro i limiti della verosimiglianza – collocano il bilancio a circa
5000 vittime civili (lo 0,33 %).
I senzatetto furono decine
di migliaia: il primo bombardamento, quello del 19 luglio 1943, lasciò già
40.000 persone senza casa.
Mentre il centro storico
non fu sostanzialmente interessato dalle bombe, diversi quartieri periferici
subirono danni ingenti: in particolare il Tiburtino (ove si trovava la stazione
di San Lorenzo), il Prenestino, il Casilino, l’Appio ed il Tuscolano.
Complessivamente, più di 26.000 vani vennero distrutti, ed oltre 40.000 furono
gravemente danneggiati.
Mentre, come detto sopra,
le rovine romane ed il Vaticano furono accuratamente evitati dai bombardieri, alcuni
monumenti che si trovavano in posizione più “decentrata” non ebbero la stessa
fortuna. La basilica di San Lorenzo fuori le mura (XIII secolo), una delle
“Sette chiese”, situata proprio nel martoriato quartiere di San Lorenzo
(attorno all’omonimo scalo ferroviario che fu tra gli obiettivi più colpiti),
fu centrata da diverse bombe e semidistrutta; il cimitero monumentale del
Verano, situato nei pressi della basilica, venne anch’esso colpito da numerose
bombe, con gravi danni al quadriportico, al sacrario militare ed ad
innumerevoli tombe private (tra cui quelle dell’attore Ettore Pincotti e della
famiglia Pacelli): da diverse sepolture distrutte fuoriuscirono, sparpagliate,
le ossa dei defunti, così mescolando i morti “vecchi” ai nuovi, mietuti dalle
bombe tra i fiorai ed i visitatori del cimitero.
Subirono gravissimi danni
anche la città universitaria ed il complesso ospedaliero del Policlinico.
CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI INCURSIONI AEREE.
DATA
|
N° BOMBARDIERI
|
TONNELLATE DI BOMBE
|
OBIETTIVO
|
VITTIME CIVILI
|
19 luglio 1943
|
523 (USAAF)
|
1168
|
Scali ferroviari di San Lorenzo
e del Littorio, aeroporti di Ciampino e del Littorio
|
1600-1800 o 2800-3200
|
13 agosto 1943
|
273 (USAAF)
|
?
|
Scali ferroviari San Lorenzo e
del Littorio
|
502
|
17 settembre 1943
|
55 (USAAF)
|
?
|
Aeroporto di Ciampino
|
?
|
18 settembre 1943
|
35 (USAAF)
|
?
|
Aeroporto di Ciampino
|
?
|
23 ottobre 1943
|
73 (RAF)
|
?
|
Aeroporto di Guidonia
|
?
|
22 novembre 1943
|
39 (RAF)
|
?
|
Aeroporto di Ciampino
|
?
|
28 novembre 1943
|
55 (RAF)
|
?
|
Aeroporto di Ciampino
|
?
|
28 dicembre 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Aeroporti di Ciampino e Guidonia
|
?
|
13 gennaio 1944
|
? (USAAF)
|
?
|
Aeroporti di Guidonia e Centocelle
|
?
|
19 gennaio 1944
|
147 (USAAF)
|
?
|
Aeroporti di Ciampino e Centocelle
|
?
|
20 gennaio 1944
|
197 (USAAF)
|
?
|
Aeroporti di Ciampino e Centocelle
|
?
|
3 marzo 1944
|
184 (USAAF)
|
?
|
Scali ferroviari Tiburtino,
Littorio ed Ostiense
|
400
|
7 marzo 1944
|
123 (USAAF)
|
?
|
Scali ferroviari Littorio ed
Ostiense
|
?
|
10 marzo 1944
|
? (USAAF)
|
?
|
Scali ferroviari Tiburtino e
Littorio
|
200
|
14 marzo 1944
|
91 (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario Prenestino
|
150
|
18 marzo 1944
|
? (USAAF)
|
?
|
?
|
100
|
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