Sede di alcune delle
principali basi aeree della Sicilia (Gerbini a circa 20 km, Fontanarossa vicino
alla città stessa), Catania fu oggetto di frequenti bombardamenti fin dal 1941,
che ne fecero la città più bombardata della Sicilia: 87 incursioni aeree,
comprese quelle minori (il capoluogo Palermo ne subì 63, e Messina, la terza
città più colpita, 59). Anche porto e scalo ferroviario furono obiettivi dei
bombardamenti, ma molto meno di frequente. Come sempre, l’accuratezza dei
bombardamenti fu molto scarsa, ed innumerevoli bombe finirono sui quartieri di
abitazione, provocando immani lutti e distruzioni.
Le incursioni aeree, già
frequentissime nel 1941 (un po’ meno nel 1942), quando erano portate dalla RAF
con mezzi relativamente modesti (la città fu colpita molte volte, ma mai in
modo pesante), divennero un crescendo di violenza nel corso del 1943, con
l’intervento dell’USAAF: gli aeroporti della zona rivestivano grande importanza
per le operazioni in corso in Nordafrica e poi, naturalmente, divennero tra i
principali obiettivi da neutralizzare per l’invasione della Sicilia, toccando
l’apice nel luglio 1943. I “danni collaterali” furono catastrofici. Durante la
battaglia per la Sicilia, il 14 luglio 1943, Catania ebbe anche a subire un
bombardamento navale durato sei ore, in aggiunta a quelli aerei.
Gravi furono le perdite
tra la popolazione civile. Certamente le vittime civili non furono meno di
settecento; secondo un articolo del 2004 della rivista della Provincia di
Catania, le vittime civili dei bombardamenti tra la popolazione della città
furono 750.
I bombardamenti più
violenti furono quelli del 16 aprile ed 11 maggio, quando i B-24 statunitensi
si rivelarono più imprecisi del solito e lasciarono cadere le loro bombe
pressoché ovunque, specie lungo la Via Etnea; questi due bombardamenti, da
soli, causarono quasi la metà di tutte le vittime civili che Catania subì a
causa degli attacchi aerei.
Già nel maggio 1943, quasi
100.000 catanesi (su una popolazione compresa tra i 250.000 ed i 280.000
abitanti) sfollarono cercando rifugio nelle campagne circostanti; salvezza
rivelatasi aleatoria, perché due mesi più tardi proprio quelle campagne
divennero campo di battaglia tra britannici ed italo-tedeschi durante
l’invasione della Sicilia.
Gravi furono i danni al
centro urbano, sebbene non si siano reperiti dati sulla percentuale delle
distruzioni e dei danneggiamenti.
Tra i danni al patrimonio
artistico, si ebbe a lamentare la quasi completa distruzione del palazzo
seicentesco Massa di San Demetrio, uno dei massimi esempi di architettura
tardo-barocca della città, demolito da due bombe il 16 aprile 1943 con la morte
di circa 70 persone che si erano rifugiate nel suo androne (venne ricostruito
nel dopoguerra). L’8 luglio andò distrutto sotto le bombe anche il Teatro
Coppola, risalente al 1821, che venne anch’esso ricostruito nel dopoguerra; lo
stesso giorno fu danneggiato Palazzo Tezzano, sede del Tribunale.
L’antichissima chiesa di
San Gaetano alle Grotte venne abbandonata in seguito ai danni subiti, riaprendo
solo negli anni ’80; fu danneggiato anche il vicinissimo Santuario della
Madonna del Carmine, risalente al 1729.
In tutto furono colpite 28
chiese e quasi tutti i più importanti palazzi settecenteschi, anche se pochi
furono gli edifici storici che subirono danni irreparabili. Le coperture di tre
saloni del duecentesco castello Ursino, danneggiate, vennero rifatte; la grande
chiesa seicentesca di San Nicolò l’Arena, danneggiata, subì interventi di
consolidamento; la facciata e la parete laterale sinistra della chiesa di San
Benedetto (costruita tra il 1704 ed il 1713), danneggiate, vennero riparate; le
chiese di San Placido (risalente al 1723, in stile barocco, danneggiata l’8
luglio 1943), della Collegiata (anch’essa barocca, risalente al 1768), e di
Santa Maria della Rotonda, danneggiate, vennero tutte restaurate (durante i
restauri dell’ultima delle tre, anzi, vennero alla luce delle antichissime
terme di epoca romana). La chiesa di Santa Maria all’Ogninella, settecentesca,
venne chiusa al culto a causa dei danni e riaperta solo nel 1999; la chiesa di
Santa Maria delle Salette, completata nel 1874, venne quasi interamente
distrutta ma fu riedificata. Lo stesso fu fatto con la settecentesca chiesa di
Santa Maria della Grazia, distrutta dalle bombe e ricostruita nel 1946 col
nuovo titolo di Chiesa della Divina Maternità. La chiesa neogotica di Santa
Maria della Guardia, edificata nel 1870-1875 e seriamente danneggiata, poté
essere restaurata.
Tra le chiese che andarono
invece irrimediabilmente perdute vi furono quelle di Santa Maria della Cava
(XVIII secolo, distrutta l’11 luglio 1943), Sant’Euplio Martire (risalente al
1548 e distrutta l’8 luglio 1943, ne rimangono i ruderi) e di San Giovanni
Battista (distrutta l’11 maggio 1943; ne rimase in piedi la sola facciata, che
venne abbattuta negli anni ’50 per costruire un condominio).
CRONOLOGIA DELLE PRINCIPALI INCURSIONI AEREE.
DATA
|
N° BOMBARDIERI
|
TONNELLATE DI BOMBE
|
OBIETTIVO
|
VITTIME CIVILI
|
5 luglio 1940
|
9 (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
12 gennaio 1941
|
10 (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
15 gennaio 1941
|
9 (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
20 gennaio 1941
|
7 (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
22 gennaio 1941
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
27 gennaio 1941
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
11 febbraio 1941
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
15 febbraio 1941
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
21 febbraio 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
16 luglio 1941
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporti
|
1
|
18 luglio 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
19 luglio 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
3 agosto 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
5 agosto 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
6 agosto 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
8 agosto 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
11 agosto 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
14 agosto 1941
|
? (RAF)
|
?
|
Porto ed aeroporto
|
3
|
15 agosto 1941
|
5 (RAF)
|
?
|
Porto
|
27
|
16 agosto 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
1
|
29 agosto 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
2 settembre 1941
|
2 (RAF)
|
?
|
Aeroporti
|
?
|
5 ottobre 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
14 novembre 1941
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
31
|
7 dicembre 1941
|
8 (RAF)
|
?
|
Aeroporti
|
?
|
11 dicembre 1941
|
? (RAF)
|
?
|
Porto
|
3
|
19 gennaio 1942
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
20 gennaio 1942
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
26 gennaio 1942
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
27 gennaio 1942
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
13 febbraio 1942
|
6 (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
21 aprile 1942
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
28 maggio 1942
|
6 (RAF)
|
?
|
Aeroporto Gerbini
|
?
|
29 maggio 1942
|
6 (RAF)
|
?
|
Aeroporto Gerbini
|
?
|
19 novembre 1942
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
3 dicembre 1942
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
?
|
31 gennaio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporti
|
1
|
24 aprile 1943
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
7
|
15 aprile 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Porto
|
12
|
16 aprile 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Porto
|
146
|
16 aprile 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Porto
|
?
|
17 aprile 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Porto
|
8
|
18 aprile 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
11 maggio 1943
|
50 (USAAF)
|
115
|
Porto
|
216
|
24 maggio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
11
|
4 giugno 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Porto
|
?
|
9 giugno 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Aeroporti
|
38
|
12 giugno 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto e porto
|
2
|
13 giugno 1943
|
46 (USAAF)
|
?
|
Aeroporti
|
2
|
23 giugno 1943
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
32
|
1° luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
3 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
4 luglio 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Aeroporti
|
12
|
4 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporti
|
?
|
5 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
5 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporti
|
?
|
6 luglio 1943
|
? (USAAF)
|
?
|
Aeroporti
|
?
|
7 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporti
|
?
|
8 luglio 1943
|
40 (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
123
|
8 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporti
|
?
|
9 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
?
|
10 luglio 1943
|
28 (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
?
|
10 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
Aeroporto
|
1
|
11 luglio 1943
|
75 (USAAF)
|
?
|
Scalo ferroviario
|
14
|
14 luglio 1943
|
? (RAF)
|
?
|
?
|
1
|
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